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Comparazione tra la forza di presa della mano e la forza d’estensione della gamba negli anziani nel predire una ridotta velocità dell’andatura

M.S. Fragala, D.E. Alley, M.D. Shardell, et al.

J Am Geriatr Soc. 2016;64(1):144-50

Questo studio è volto a comparare il potere predittivo della forza di presa della mano e dell’estensione della gamba sul rallentamento dell’andatura negli anziani. Risultati suggeriscono che la forza di presa della mano può essere una misura adeguata nel predire la funzione fisica, mentre la forza d’estensione della gamba è un predittore leggermente migliore della velocità di andatura ridotta.

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La fragilità è associata all’orologio epigenetico ma non alla lunghezza dei telomeri, studio su di una coorte tedesca

L.P. Breitling, K.U. Saum, L. Perna, et al.

Clinical Epigenetics 2016;8:21

L'orologio epigenetico, in particolare il pre-invecchiamento quantificato dalla metilazione del DNA, è stato di recente, strettamente correlato ad una varietà di fenotipi di malattie. Restano tuttavia carenti i dati sulla sua associazione con la lunghezza dei telomeri e la fragilità, che si correlano all’età rispettivamente dal punto di vista genomico e clinico. I risultati di questo studio suggeriscono che l’accelerazione dell’invecchiamento su base epigenetica è correlata a fenotipi relativi all’invecchiamento mediante vie estranee alla senescenza cellulare, come analizzato dalla lunghezza dei telomeri.

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Apporto di macronutrienti e incidenza di fragilità negli anziani: uno studio prospettico di coorte

H. Sandoval-Insausti, R.F. Pérez-Tasigchana, E. López-García, et al.

J Gerontol A Biol Sci Med Sci 2016;71(10):1329-34

Questo studio esamina l’associazione tra l’apporto proteico e l’apporto di altri macronutrienti, con il rischio di fragilità negli anziani. Gli autori hanno concluso che l’apporto di proteine totali, proteine animali e di acidi grassi mono insaturi era inversamente associato alla fragilità incidente. Pertanto promuovere l’assunzione di questi nutrienti può ridurre la fragilità

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Elevati livelli di metalli pesanti aumentano la prevalenza di sarcopenia nella popolazione anziana

J.I. Yoo, Y.C. Ha, Y.K. Lee, et al.

J Bone Metab. 2016;23(2):101-9

Nonostante l’aumento di preoccupazione inerente ai problemi di salute relativi alla presenza di inquinanti ambientali, non è stata dimostrata associazione, nella popolazione generale, tra metalli pesanti tossici e sarcopenia.

In questo articolo è stata studiata l'associazione tra i metalli pesanti, come piombo, mercurio e cadmio, con la sarcopenia nella popolazione Coreana. Questo studio dimostra che elevati livelli ematici di piombo, mercurio e cadmio aumentano la prevalenza di sarcopenia in entrambi i sessi nella popolazione anziana

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Funzione neuromuscolare in diverse fasi della sarcopenia

T. Morat, K.J. Gilmore e C.L. Rice

Exp Gerontol. 2016;81:28-36

In questo studio si applicano gli strumenti di screening sviluppati dal Gruppo di Lavoro Europeo sulla Sarcopenia (EWGSOP) su soggetti con più di 65 anni di età. Inoltre sono stati testati indici della funzione neuromuscolare derivanti da analisi in laboratorio. Tutti i soggetti studiati sono stati categorizzati in una delle tre fasi della sarcopenia (pre-sarcopenia, sarcopenia, sarcopenia grave) sulla base della velocità dell’andatura, della forza di presa della mano e della massa muscolare. I test di laboratorio hanno trovato differenze nella funzione neuromuscolare tra i tre gruppi, tali differenze supportano lo schema di distinzione della sarcopenia in tre fasi e contribuiscono ad illustrare alcuni fattori chiave che possono spiegare le differenze delle capacità funzionali

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Prestazioni motorie e attività fisica come predittori di cadute per livello di fragilità, negli anziani residenti in comunità: Applicazioni della tecnologia indossabile

M.J. Mohler, C.S. Wendel, R.E. Taylor-Piliae, et al.

Gerontology. 2016;62(6):654-664

Questo studio è volto a valutare come misurazioni della deambulazione, dell’equilibrio e dell’attività fisica derivanti da strumenti indossabili basati su sensori, possano essere predittive di cadute future, in anziani residenti in comunità. I risultati ottenuti suggeriscono che i predittori indipendenti di cadute dipendono dallo stato di fragilità. Tra i parametri derivanti dai sensori, il deficit d’equilibrio, la lunghezza percorsa solitamente, e brevi periodi di permanenza in piedi erano i predittori più sensibili di cadute future sia nei soggetti pre-fragili che nei fragili. I problemi di deambulazione non erano predittori significativi di cadute future nel caso dei soggetti fragili.

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Un intervento multicomponente basato sull’esercizio che inverte la fragilità e migliora la cognizione, le emozioni, le reti sociali negli anziani fragili residenti in comunità: Uno studio clinico randomizzato

F.J. Tarazona-Santabalbina, M.C. Gómez-Cabrera, P. Pérez-Ros, et al.

J Am Med Dir Assoc. 2016;17(5):426-33

L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare se un intervento multicomponente supervisionato, basato su un programma di attività fisica (MEP) svolto da anziani fragili, può invertire la fragilità e migliorare la funzionalità, la cognizione, le emozioni e le reti sociali, così come i biomarcatori della fragilità, rispetto ad una popolazione controllata che non riceve l’intervento. 

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Valutazione della fragilità fisica nelle donne anziane: Una semplificazione può essere raggiunta senza la perdita di validità della misurazione della sindrome?

Q.L. Xue, J. Tian, L.P. Fried, et al.

Am J Epidemiol. 2016;183(11):1037-44

Esistono diversi fenotipi utilizzati come strumenti di caratterizzazione clinica della fragilità. Sebbene ci siano studi riguardo la comparabilità e l’efficacia di diverse semplificazioni ed approssimazioni dei fenotipi di fragilità esistenti per la predizione del rischio di fragilità, non ci sono studi che abbiano valutato la stabilità della caratterizzazione clinica raggiunta.

I risultati ottenuti mostrano che non vi è un numero di criteri utilizzati per caratterizzare i fenotipi di fragilità (PFP) ma piuttosto combinazioni di criteri specifici che predicono i rischi di outcome avversi. Ci sono contesti clinicamente importanti dove PFP semplificati non possono essere utilizzati in modo intercambiabile.

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Prevenzione della fragilità mediante un intervento narrativo

S. Freitag e S. Schmidt

Soc Sci Med. 2016;160:120-7

L’obiettivo di questo studio è quello di valutare gli effetti di un intervento di informazione biografica sulla fragilità psicologica e la salute negli anziani. I risultati ottenuti indicano effetti positivi a breve termine dell’intervento sulla fragilità e sulla salute mentale degli anziani. Chi ha beneficiato dell’intervento presentava una salute mentale migliorata ed inferiori livelli di fragilità.

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Il consumo di frutta e verdura ed il rischio di fragilità: un’analisi dose-risposta di 3 coorti prospettiche di anziani residenti in comunità

E. García-Esquinas, B. Rahi, K. Peres, et al.

Am J Clin Nutr. 2016;104(1):132-42

In questo studio si è esaminata l’associazione tra il consumo di frutta e verdura ed il rischio di fragilità negli anziani.

Tra gli anziani residenti in comunità, il consumo di frutta e verdura era associato ad un minore rischio di fragilità a breve termine, l’associazione più forte si otteneva consumando 3 porzioni di frutta al giorno e 2 di verdura.

 

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